Quello che le nuove leve politiche non hanno ancora capito è che a Villa Castelli le elezioni amministrative non si vincono facendo politica vera, ma conoscendo il territorio e chi lo popola.
Voglio dire che qui non è importante essere dei politici veri, ma saper essere clientelare.
Le persone più importanti in questo paese non sono le realtà lavorative, i giovani, il medio cittadino che cerca lavoro o lavora sfruttato nelle campagne, ma i pensionati, gli unici che di sicuro vanno a votare e che sono costrette a vivere qui ormai.
I giovani, quei pochi che non sono emigrati ancora, ormai non credono più nelle istituzioni, ed a giusta ragione, per cui non hanno peso decisivo perchè neanche si presentano alle urne.
Le aziende sono poche e possono influire in minima parte. In ogni caso basta prendersi cura di alcune per far vedere che si è vicini al mercato del lavoro, ed in genere si scelgono le più importanti e grosse.
I pensionati ed anziani sono tanti ed hanno un grosso potere decisivo,ed è su queste persone che il politico smaliziato fa conto.
Questa attuale amministrazione non ha capito questo ed ora rischia di perdere tanti consensi. Bastava mettere una persona in un ufficio atta solo ad ascoltare i problemi e le lamentele dei poveri anziani che già vivono una vita precaria e sempre più da soli, e che non vogliono altro che essere ascoltati da chi almeno fa finta di interessarsi ai loro problemi. Così si vincono le elezioni a Villa Castelli. Certo, bisogna anche dare qualche posto di lavoro, in ogni caso nella vita qualcuno prima o poi va in pensione e ci vuole un certo ricambio, e così si mettono gli amici nei posti di controllo per garantirsi appoggi futuri, senza fare alcuno sforzo. L’importante è illudere il cittadino che se si è avuto un posto di lavoro, dobbiamo dire grazie al sindaco del momento che ha pensato a lui.
Questa è la vita qui a Villa Castelli e così si vincono le elezioni. Intanto siamo l’ultimo paese nella Puglia per il reddito pro-capite e questo non onora questa politica ambigua, ma qui si vince con l’ambiguità. Meditate gente, meditate.
La città che vorrei
12 anni fa
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