Si parla spesso di musica nel periodo estivo, specialmente in Puglia, dove ogni giorno ci sono centinaia di spettacoli teatrali, concerti, esposizioni, cinema. Sono tantissimi gli artisti di fama nazionale ed internazionale che arrivano in questa nostra bella regione a suonare per il nostro territorio, per la nostra gente. Fra questi, spesso citiamo coloro che sono conosciuti dalla stampa locale, da un road manager che gli crea la pubblicità ad hoc in loco. Ma io voglio parlare di un grandissimo artista che in questi ultimi anni sta facendo conoscere Villa Castelli, il nostro amatissimo paese, in diverse parti del mondo, suonando a livelli sempre maggiori, favorito dal suo grande amore per le percussioni. Il suo nome è
Alex Zaccaria, ma io preferisco chiamarlo
Alex Percussion, perché le percussioni tra le sue mani riescono a parlare, a comunicare, a trasmettere, a dare ritmo, colore e vitalità.
Alex Percussion, l’ultimo dei talenti che il nostro paese da sempre sforna, da quando era piccolo amava suonare e percuotere a ritmo ogni cosa, da quando era piccolo guardava in televisione i batteristi, i percussionisti e cercava di imitare i loro ritmi. Dai genitori in regalo ha sempre chiesto strumenti musicali, ed in effetti ha avuto una chitarra e alcune percussioni, ma l’amore lo ha portato a lavorare per comperarsi ogni strumento che gli piaceva imparare a suonare. Insomma Alex Percussion da sempre suona le percussioni. La voglia di sperimentarsi, di confrontarsi, lo ha portato a girare varie parti del mondo nella conoscenza dei ritmi della vita.
Già da giovanissimo suonava nelle nostre piazze, cantando Vasco Rossi o Pino Daniele, insieme ad altri giovani talenti locali. Poi ha cominciato il suo cammino nel ritmo, imparando prima dai maestri locali, come
Tonio Palmisano maestro di tammorra, e
Cosimo Leone, diplomato al Conservatorio in Batteria e componente di varie band ad alto livello. Poi ha iniziato a spostarsi in Italia cercando nuovi ritmi, suonando a Reggio Emilia anche con
Alfredo De Vincentis, ex batterista dei
Modena City Ramblers.
La voglia di crescere musicalmente lo ha portato poi a Londra, dove ha suonato e collaborato con
Jason Alburey, tastierista dei Dead or Alive, fondamentale nella formazione del suono più moderno e al passo coi tempi. Jason ha composto anche la famosa "You Spin Me Round (Like a Record)". Inoltre ha collaborato con
Kathy Bryan, tecnico del suono della famosa casa discografica “Abbey Road Studios”, lo studio dove registravano i Beatles, con varie basi ritmiche. Ancora ha suonato con i
3 Public, con
Marco Schnabl, e i
Mine Stone, la band di spalla di Jamiroquai. Ha creato con
Alfonso Esposito uno Studio chiamato “Extra Sensory Production”. Con lui ha suonato anche per la famosissima “Smollensky's on the strand”, uno dei 3 Jazz Club più rinomati al mondo.
Tornato arricchito in Italia, ha cominciato a formarsi il suo personalissimo stile, le sue tecniche sono diventate sopraffine, come la sua velocità e versatilità, che lo hanno portato a suonare musica reggae con
Djahga, cantante reggae e dj di Milano, ma anche musica etnica senegalese con
I Diavoli rossi del Senegal, gruppo di 4 percussioni veramente abili, insomma la sua cultura musicale lo porta a conoscere vari ritmi africani e sudamericani, coniugando i classici 4/4 con i 3/2 della musica latina in maniera davvero convincente.
Ed è stato proprio l’amore per il tres/dos come lo chiamano in Sudamerica, a portare Alex a trasferirsi in Sud America per approfondire gli strumenti a percussione latinoamericani.
E lì, in Bolivia, ha scoperto che, udite udite, la musica più ascoltata dai giovani è la tecno, l’house music. E così ha suonato all’”Ibiza Open World” nel 2008, 2009, 2010 a Santa Cruz della Sierra in Bolivia, un evento che coinvolgeva circa 10000 giovani. Ha suonato a La Paz al Crossfest, festival di musica elettronica, a Montero al Reggae festival, concerto di musica reggae, con
Matamba, astro nascente della musica latinoamericana. Ha collaborato con bande argentine tra cui i
Los Pericos, famosa banda molto conosciuta in Argentina.
Oggi Alex è in Italia, e il suo gruppo si chiama
Almajà, un trio di professionisti scoppiettanti di musica ed energia vitale, con
Marianna Spezio, diplomata in pianoforte, e
Gianluca Milanese, diplomato in flauto. Sono assolutamente da vedere. Varie sono le richieste di partecipazione ad altri gruppi musicali, e lui a volte si concede, come qualche giorno fa, con l’Orchestra mancina e la splendida partecipazione di Alex che ha portato in visibilio tutto il pubblico presente. Ma comunque per questo anno saranno poche le serate con lui in Puglia, perché almeno quest’anno Alex vuole dare qualcosa al suo paese, e cosi speriamo di godercelo noi qui.
Pino Ciraci